venerdì 12 giugno 2015

L'intransigenza di Paolo Calabrò. Recensione di Gina Migliori per "Meloleggo"


La chiesa di San Leopoldo a Puntammare viene devastata da ignoti. L’edificio è una rettoria di proprietà comunale e il Sindaco non vuole che l’autorità municipale venga coinvolta nell’accaduto. Così a Nico Baselice e Maurizio Auriemma viene affidato l’incarico di dimostrare l’estraneità del Comune.

Il primo è un agente scelto, laureato in Psicologia, che soffre di un complesso di inferiorità che lo porta a stare sempre sulla difensiva per paura di mostrare la sua incapacità e sempre in attesa dell’occasione giusta per dimostrare il suo valore. L’altro, tecnico addetto alla riscossione dei tributi, è un tipo strano che lavora di notte e dorme di giorno.
In un primo momento il caso appare semplice e di facile risoluzione, ma la realtà si dimostra alquanto più complessa: chi può aver commesso tale crimine e soprattutto perché? Questi gli interrogativi ai quali i due dovranno rispondere. L’anomala coppia riuscirà lentamente, con calma e pazienza, a incastrare tutti i pezzi che compongono il puzzle del mistero che viene svelato attraverso un crescendo che fino alla fine mantiene alta la curiosità del lettore.
La storia de L’intransigenza di Paolo Calabrò viene narrata in prima persona da Nico Baselice, che è uno dei personaggi principali ma anche e soprattutto il testimone più adatto a mettere in evidenza e veicolare quella mentalità di paese che costringe le persone a nascondere le proprie verità per paura di venire giudicate ed escluse e che per questo riesce a causare molti danni al singolo in quanto limita la libertà di essere se stessi.
Vero protagonista della narrazione è tuttavia il rapporto con la religione cristiana, che quando è malato degenera e conduce a seguire il dio perverso che, in nome del bene dell’altro, spinge a commettere grandi crudeltà.
La lettura del racconto risulta molto piacevole, non soltanto perché ben scritto e strutturato dal punto di vista narrativo, ma anche perché molto divertente in virtù del particolare rapporto che si stabilisce tra i due novelli investigatori, i quali, sebbene lavorino insieme da anni, sono due perfetti estranei, e la necessità di lavorare insieme li porterà a modificare la loro visione dell’altro.

(«Meloleggo», 12 giugno 2015)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Collabora all'Opera Omnia di Panikkar e dirige la collana di filosofia "I Cento Talleri" con Diego Fusaro